Nelle rigide giornate invernali il giardino appare trascurato, le bacche cominciano ad avvizzire, la parte aerea delle erbacee è secca, i fiori sono vaghi ricordi penduli anneriti, i sempreverdi fuori forma e sfilati, le rose ingarbugliate. È solo un momento transitorio e comunque affascinante nella sua temporanea staticità che ci parla di quiete e di attesa.
Il saggio giardiniere da buon osservatore e nel pieno rispetto della natura aspetta e si concede un momento di riposo attivo per programmare i prossimi lavori in giardino e nell’orto, leggere e documentarsi.
Quando le temperature saliranno sopra lo zero tra gennaio e febbraio, in base alla posizione geografica, si riparte con i lavori in giardino:
- potare le rose , alberi da frutto, siepi decidue e di seguito passare del ramato per una più rapida cicatrizzazione dei tagli
- ripulire le erbacee perenni e alcune graminacee dal secco laddove rimuovono alla base
- moltiplicare le erbacee perenni a fioritura autunnale tramite divisione da cespo. (evitare di lavorare sempreverdi, siepi o aromatiche che siano).
- piantare nuove specie di rose ricordando che rosa su rosa non è consigliabile. Rilasciando tossine nel terreno la rosa che andrebbe a ricollocarsi nella stessa posizione rischia di stentare trovando terreno usurato dalla coltivazione precedente.
- piantare o integrare erbacee perenni e arbusti dove si sono creati dei vuoti
- concimare con sostanze organiche meglio se biologiche (stallatico, cornunghia, Ares NPK ) per sostenere le nostre piante nella fase di ripresa vegetativa e nella stagione a venire,
- pacciamare con cippato, lapillo vulcanico, paglia, fibra di cocco utile a limitare gli sprechi idrici nelle stagioni calde oltre che a limitare le infestanti.
- nutrire il terreno stanco e impoverito ma anche argilloso e compatto o troppo drenante perché sabbioso con l’apporto di compost o humus di lombrico per un generale miglioramento qualitativo del terreno.